tratto da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in
Gerusalemme fino alla Risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, Città del
Vaticano 2011, pp. 11-34
Capitolo
1 - Ingresso in Gerusalemme e purificazione del Tempio
1. L’ingresso in Gerusalemme
Il Vangelo di Giovanni riferisce su tre feste di Pasqua, che Gesù ha celebrato
durante il periodo della sua vita pubblica: una prima Pasqua, alla quale
era legata la purificazione del tempio (2,13-25); la Pasqua della
moltiplicazione dei pani (6,4) e infine la Pasqua della morte e risurrezione
(p. es. 12,1; 13,1), che è divenuta la «sua» grande Pasqua, sulla quale si fonda
la festa cristiana, la Pasqua dei cristiani. I sinottici hanno trasmesso notizia di una sola Pasqua: quella della
croce e risurrezione; in Luca il cammino di Gesù appare quasi come un unico
ascendere in pellegrinaggio dalla Galilea fino a Gerusalemme.
È una «ascesa» innanzitutto nel senso geografico:
il Mare di Galilea è situato a 200 metri circa sotto il livello del mare, l’altezza
media di Gerusalemme è di 760 metri al di sopra di tale livello. Come gradini
di questa salita, ciascuno dei sinottici
ci ha trasmesso tre profezie di Gesù circa la sua passione, alludendo con ciò
anche all’ascesa interiore, che si svolge nel cammino esteriore: l’andar su verso il tempio come luogo dove
Dio voleva «stabilire il suo nome»
– così il Libro del Deuteronomio
descrive il tempio (cfr 12,11; 14,23). [11]
L’ultima
meta di questa «ascesa» di Gesù è l’offerta di se stesso sulla croce, offerta
che sostituisce i sacrifici antichi;
è la salita che la Lettera agli Ebrei
qualifica come l’ascesa verso la tenda non più fatta da mani d’uomo, ossia nel
cielo stesso, al cospetto di Dio (9,24). Questa
ascesa fino al cospetto di Dio passa attraverso la croce – è la salita verso
l’«amore sino alla fine» (cfr Gv
13,1), che è il vero monte di Dio.