OMELIA DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
durante il Viaggio
Apostolico a Cipro (4-6 giugno 2010)
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Palazzo dello Sport Elefteria - Nicosia
Domenica, 6 giugno 2010
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
[…]
Oggi celebriamo la Solennità del Corpo e Sangue
di Cristo. Corpus Christi,
il nome dato a questa festa in Occidente, è usato nella tradizione della Chiesa
per indicare tre distinte realtà:
il corpo fisico di Gesù, nato dalla Vergine Maria, il suo corpo eucaristico, il pane
del cielo che ci nutre in questo grande sacramento, e
il suo corpo ecclesiale, la Chiesa.
Riflettendo
su questi diversi aspetti del Corpus Christi, giungiamo ad una più
profonda comprensione del mistero della comunione che lega tutti coloro che
appartengono alla Chiesa. Tutti quelli che
si nutrono del corpo e sangue di Cristo nell’Eucarestia sono riuniti
dallo Spirito Santo in un solo corpo (cfr Preghiera Eucaristica II) per formare l’unico popolo santo di Dio.
Così come lo
Spirito Santo è sceso sugli Apostoli nel Cenacolo a Gerusalemme, lo stesso
Santo Spirito è all’opera in ogni celebrazione della Messa per un duplice
scopo: santificare i doni del pane e del vino affinché diventino il corpo e
sangue di Cristo e riempire coloro che sono nutriti da questi santi doni perché
possano divenire un solo corpo ed un solo spirito in Cristo.
Sant’Agostino
spiega magnificamente questo processo (cfr Sermone 272). Egli ci ricorda che il pane non
è preparato a partire da un solo, ma da numerosi grani. Prima che questi grani
diventino pane devono essere macinati. Egli fa qui allusione all’esorcismo al
quale i catecumeni dovevano sottomettersi prima del loro battesimo. Ciascuno di noi che apparteniamo alla Chiesa ha
bisogno di uscire dal mondo chiuso della propria individualità ed accettare la
compagnia di coloro che condividono il pane con lui. Non devo più pensare a
partire da “me stesso” ma da “noi”. E’ per questo che tutti i giorni noi
preghiamo “nostro” Padre per il “nostro” pane quotidiano. Abbattere le barriere tra noi e i nostri
vicini è prima premessa per entrare nella vita divina alla quale siamo
chiamati. Abbiamo bisogno di essere liberati da tutto quello che ci blocca e ci
isola: timore e sfiducia gli uni verso gli altri, avidità ed egoismo, mancanza
di volontà di accettare il rischio della vulnerabilità alla quale ci esponiamo
quando ci apriamo all’amore.
I grani di
frumento, una volta schiacciati, sono mischiati nella pasta e cotti. Qui
sant’Agostino fa riferimento all’immersione nelle acque battesimali seguita dal
dono sacramentale dello Spirito Santo che infiamma il cuore dei fedeli
con il fuoco dell’amore di Dio. Questo processo che unisce e trasforma i grani
isolati in un solo pane ci presenta una immagine suggestiva dell’azione
unificante dello Spirito Santo sui membri della Chiesa, realizzata in maniera
eminente attraverso la celebrazione dell’Eucarestia. Coloro che prendono parte a questo grande sacramento diventano il Corpo
ecclesiale del Cristo quando si nutrono del suo Corpo eucaristico. “Sii ciò che
tu puoi vedere - dice sant’Agostino incoraggiandoli - e ricevi ciò che tu sei”.
Queste
forti parole ci invitano a rispondere generosamente all’invito ad “essere il
Cristo” per coloro che ci circondano. Noi siamo il suo corpo adesso sulla
terra. Per parafrasare una celebre frase attribuita a santa Teresa
d’Avila, noi siamo gli occhi con i quali
la sua compassione guarda a coloro che sono nel bisogno, siamo le mani che egli
stende per benedire e per guarire, siamo i piedi dei quali egli si serve per
andare a fare il bene, e siamo le labbra con le quali il suo Vangelo viene
proclamato.
È quindi importante sapere che quando noi partecipiamo così
alla sua opera di salvezza, noi non facciamo memoria di un eroe morto prolungando ciò
che egli ha fatto: al contrario, Cristo è vivente in noi, suo corpo, la Chiesa,
suo popolo sacerdotale. Nutrendoci di Lui nell’Eucarestia e accogliendo lo
Spirito Santo nei nostri cuori, diventiamo veramente il corpo di Cristo che
abbiamo ricevuto, siamo veramente in comunione con lui e gli uni con gli altri,
e diveniamo autenticamente suoi strumenti, rendendo testimonianza a lui davanti
al mondo.
“La
moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e
un’anima sola” (At4,32). Nella
prima comunità cristiana, nutrita alla tavola del Signore, noi vediamo gli
effetti dell’azione unificatrice dello Spirito Santo. Condividevano i loro
beni in comune, staccandosi da ogni bene materiale per amore dei fratelli.
Hanno trovato soluzioni eque alle loro differenze come vediamo, per esempio,
nella risoluzione della disputa fra Ellenisti ed Ebrei sulla distribuzione
quotidiana (cfr At 6,1-6). Come più tardi ha detto un
commentatore: “Vedi come questi cristiani si amano l’un l’altro e come sono
pronti a morire l’uno per l’altro” (Tertulliano, Apologia,39). Ma il loro amore non era affatto limitato verso i
loro amici credenti. Mai hanno considerato se stessi come esclusivi,
privilegiati beneficiari del favore divino, ma invece come messaggeri inviati a
spargere la buona notizia della salvezza in Cristo fino ai confini della terra.
E fu così che il messaggio affidato agli Apostoli dal Signore Risorto, venne
sparso in tutto il Medio Oriente e da qui al mondo intero.
Αγαπητοί εν
Χριστώ αδελφοί και αγαπητές αδελφές, σήμερα είμαστε καλεσμένοι σαν ένα σωμα και
μιά ψυχή να εξετάσουμε σε βάθος την κοινωνία μας με τον Κυριον και με τον
πλησίον και να τον μαρτυρήσουμε μπροστά σε ολο τον κόσμο. [Cari fratelli e
sorelle in Cristo, oggi siamo chiamati, come loro, ad essere un cuore ed
un’anima sola, approfondendo la nostra comunione con il Signore e tra di noi,
ed essere suoi testimoni dinnanzi al mondo].
Siamo chiamati a superare le nostre differenze,
a portare pace e riconciliazione dove ci sono conflitti, ad offrire al mondo un
messaggio di speranza. Siamo chiamati ad estendere la nostra attenzione ai
bisognosi, dividendo generosamente i nostri beni terreni con coloro che sono
meno fortunati di noi. E siamo chiamati
a proclamare incessantemente la morte e risurrezione del Signore, finché egli
venga. Per lui, con
lui ed in lui, nell’unità che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, rendiamo onore
e gloria a Dio nostro Padre celeste insieme a tutti gli angeli e santi che
cantano le sue lodi per sempre. Amen.
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