Il presente blog propone estratti dai libri e dagli scritti di Joseph Ratzinger.

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La festa del Corpus Domini è un grande atto di culto pubblico dell’Eucaristia, Sacramento nel quale il Signore rimane presente anche al di là del tempo della celebrazione, per stare sempre con noi, lungo il trascorrere delle ore e delle giornate

ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 10 giugno 2012

Cari fratelli e sorelle!

Oggi, in Italia e in molti altri Paesi, si celebra il Corpus Domini, cioè la festa solenne del Corpo e Sangue del Signore, l’Eucaristia. È tradizione sempre viva, in questo giorno, tenere solenni processioni con il Santissimo Sacramento, per le strade e nelle piazze. A Roma questa processione si è già svolta a livello diocesano giovedì scorso, giorno preciso di questa ricorrenza, che ogni anno rinnova nei cristiani la gioia e la gratitudine per la presenza eucaristica di Gesù in mezzo a noi.

La festa del Corpus Domini è un grande atto di culto pubblico dell’Eucaristia, Sacramento nel quale il Signore rimane presente anche al di là del tempo della celebrazione, per stare sempre con noi, lungo il trascorrere delle ore e delle giornate.

È sbagliato contrapporre la celebrazione dell'Eucaristia e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. È proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’«ambiente» spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovedì, 7 giugno 2012


Cari fratelli e sorelle!

Questa sera vorrei meditare con voi su due aspetti, tra loro connessi, del Mistero eucaristico: il culto dell’Eucaristia e la sua sacralità. È importante riprenderli in considerazione per preservarli da visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato.

Anzitutto, una riflessione sul valore del culto eucaristico, in particolare dell’adorazione del Santissimo Sacramento. È l’esperienza che anche questa sera noi vivremo dopo la Messa, prima della processione, durante il suo svolgimento e al suo termine. Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II aveva  penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo. In effetti, è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione, in cui il Signore convoca il suo popolo, lo raduna intorno alla duplice mensa della Parola e del Pane di vita, lo nutre e lo unisce a Sé nell’offerta del Sacrificio. Questa valorizzazione dell’assemblea liturgica, in cui il Signore opera e realizza il suo mistero di comunione, rimane ovviamente valida, ma essa va ricollocata nel giusto equilibrio. In effetti – come spesso avviene – per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro. In questo caso, l’accentuazione giusta posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione, come atto di fede e di preghiera rivolto al Signore Gesù, realmente presente nel Sacramento dell’altare. Questo sbilanciamento ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come «Cuore pulsante» della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana.

In una cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi nelle società occidentali, l’Eucaristia costituisce una sorta di “antidoto”, che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, cioè la logica del Vangelo

ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 26 giugno 2011


Cari fratelli e sorelle!

Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra il Corpus Domini, la festa dell’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e Sangue del Signore, che Egli ha istituito nell’Ultima Cena e che costituisce il tesoro più prezioso della Chiesa. L’Eucaristia è come il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa: un organismo sociale tutto basato sul legame spirituale ma concreto con Cristo. Come afferma l’apostolo Paolo: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1Cor 10,17). Senza l’Eucaristia la Chiesa semplicemente non esisterebbe. È l’Eucaristia, infatti, che fa di una comunità umana un mistero di comunione, capace di portare Dio al mondo e il mondo a Dio. Lo Spirito Santo, che trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, trasforma anche quanti lo ricevono con fede in membra del corpo di Cristo, così che la Chiesa è realmente sacramento di unità degli uomini con Dio e tra di loro.

Il mutamento della sostanza del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo è frutto del dono che Cristo ha fatto di se stesso, dono di un Amore più forte della morte, Amore divino che lo ha fatto risuscitare dai morti

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovedì, 23 giugno 2011


Cari fratelli e sorelle!

La festa del Corpus Domini è inseparabile dal Giovedì Santo, dalla Messa in Caena Domini, nella quale si celebra solennemente l’istituzione dell’Eucaristia. Mentre nella sera del Giovedì Santo si rivive il mistero di Cristo che si offre a noi nel pane spezzato e nel vino versato, oggi, nella ricorrenza del Corpus Domini, questo stesso mistero viene proposto all’adorazione e alla meditazione del Popolo di Dio, e il Santissimo Sacramento viene portato in processione per le vie delle città e dei villaggi, per manifestare che Cristo risorto cammina in mezzo a noi e ci guida verso il Regno dei cieli.

Quello che Gesù ci ha donato nell’intimità del Cenacolo, oggi lo manifestiamo apertamente, perché l’amore di Cristo non è riservato ad alcuni, ma è destinato a tutti. Nella Messa in Caena Domini dello scorso Giovedì Santo ho sottolineato che nell’Eucaristia avviene la trasformazione dei doni di questa terra – il pane e il vino – finalizzata a trasformare la nostra vita e ad inaugurare così la trasformazione del mondo. Questa sera vorrei riprendere tale prospettiva.

Attraverso il “sì” di Maria la speranza della storia è divenuta una realtà

ANGELUS
Domenica, 6 giugno 2010
Nicosia


Cari fratelli e sorelle in Cristo,

a mezzogiorno è tradizione della Chiesa rivolgersi in preghiera alla Beata Vergine Maria, ricordando con gioia il suo pronto assenso a divenire la madre di Dio. È stato un invito che l’ha riempita di trepidazione e che lei avrebbe potuto appena comprendere. Era un segno che Dio aveva scelto lei, sua umile ancella, per cooperare con lui nell’opera di salvezza. Come non rallegrarci per la generosità della sua risposta! Attraverso il suo “sì” la speranza della storia è divenuta una realtà, l’Unico che Israele aveva da lungo atteso venne nel mondo, dentro la nostra storia. Di lui l’angelo ha annunciato che il suo regno non avrebbe avuto fine (Lc 1,33).

Circa trent’anni dopo, trovandosi Maria piangente ai piedi della croce, dev’essere stato difficile mantenere viva questa speranza. Le forze delle tenebre sembrava che avessero avuto il sopravvento. E nel suo intimo lei avrebbe ricordato le parole dell'angelo. Ma anche nella desolazione del Sabato Santo la certezza della speranza la sostenne fino alla gioia della mattina di Pasqua. Ed anche noi, suoi figli, viviamo nella stessa fiduciosa speranza che la Parola fatta carne nel seno di Maria, mai ci abbandonerà. Egli, il Figlio di Dio e il Figlio di Maria, fortifica la comunione che ci lega insieme così che noi possiamo divenire testimoni di lui e del potere del suo amore che guarisce e riconcilia.

Noi non facciamo memoria di un eroe morto prolungando ciò che egli ha fatto: al contrario, quando noi partecipiamo all'opera di salvezza di Gesù, Egli è vivente in noi, suo corpo, la Chiesa, suo popolo sacerdotale

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Palazzo dello Sport Elefteria - Nicosia
Domenica, 6 giugno 2010

  
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
[…] 
Oggi celebriamo la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Corpus Christi, il nome dato a questa festa in Occidente, è usato nella tradizione della Chiesa per indicare tre distinte realtà: il corpo fisico di Gesù, nato dalla Vergine Maria, il suo corpo eucaristico, il pane del cielo che ci nutre in questo grande sacramento, e il suo corpo ecclesiale, la Chiesa.

Riflettendo su questi diversi aspetti del Corpus Christi, giungiamo ad una più profonda comprensione del mistero della comunione che lega tutti coloro che appartengono alla Chiesa. Tutti quelli che si nutrono del corpo e sangue di Cristo nell’Eucarestia  sono riuniti dallo Spirito Santo in un solo corpo (cfr Preghiera Eucaristica II) per formare l’unico popolo santo di Dio.

Così come lo Spirito Santo è sceso sugli Apostoli nel Cenacolo a Gerusalemme, lo stesso Santo Spirito è all’opera in ogni celebrazione della Messa per un duplice scopo: santificare i doni del pane e del vino affinché diventino il corpo e sangue di Cristo e riempire coloro che sono nutriti da questi santi doni perché possano divenire un solo corpo ed un solo spirito in Cristo.

È l’amore divino che trasforma: l’amore con cui Gesù accetta in anticipo di dare tutto se stesso per noi. Questo amore non è altro che lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio, che consacra il pane e il vino e muta la loro sostanza nel Corpo e nel Sangue del Signore, rendendo presente nel Sacramento lo stesso Sacrificio che si compie poi in modo cruento sulla Croce

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 3 giugno 2010


Cari fratelli e sorelle!

Il sacerdozio del Nuovo Testamento è strettamente legato all’Eucaristia. Per questo oggi, nella solennità del Corpus Domini e quasi al termine dell’Anno Sacerdotale, siamo invitati a meditare sul rapporto tra l’Eucaristia e il Sacerdozio di Cristo. In questa direzione ci orientano anche la prima lettura e il salmo responsoriale, che presentano la figura di Melchisedek. Il breve passo del Libro della Genesi (cfr 14,18-20) afferma che Melchisedek, re di Salem, era “sacerdote del Dio altissimo”, e per questo “offrì pane e vino” e “benedisse Abram”, reduce da una vittoria in battaglia; Abramo stesso diede a lui la decima di ogni cosa. Il salmo, a sua volta, contiene nell’ultima strofa un’espressione solenne, un giuramento di Dio stesso, che dichiara al Re Messia: “Tu sei sacerdote per sempre / al modo di Melchisedek” (Sal 110,4); così il Messia viene proclamato non solo Re, ma anche Sacerdote. Da questo passo prende spunto l’autore della Lettera agli Ebrei per la sua ampia e articolata esposizione. E noi lo abbiamo riecheggiato nel ritornello: “Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore”: quasi una professione di fede, che acquista un particolare significato nella festa odierna. È la gioia della comunità, la gioia della Chiesa intera, che, contemplando e adorando il Santissimo Sacramento, riconosce in esso la presenza reale e permanente di Gesù sommo ed eterno Sacerdote.

Guardando Gesù e adorandoLo, noi diciamo: sì, l’amore esiste, e poiché esiste, le cose possono cambiare in meglio e noi possiamo sperare. È la speranza che proviene dall’amore di Cristo a darci la forza di vivere e di affrontare le difficoltà

ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 14 giugno 2009


Cari fratelli e sorelle!

Si celebra oggi in diversi Paesi, tra i quali l’Italia, il Corpus Domini, la festa dell’Eucaristia, in cui il Sacramento del Corpo del Signore viene portato solennemente in processione. Che cosa significa per noi questa festa?

Essa non fa pensare solo all’aspetto liturgico; in realtà, il Corpus Domini è un giorno che coinvolge la dimensione cosmica, il cielo e la terra. Evoca prima di tutto – almeno nel nostro emisfero – questa stagione così bella e profumata in cui la primavera volge ormai all’estate, il sole è forte nel cielo e nei campi matura il frumento. Le feste della Chiesa – come quelle ebraiche – hanno a che fare con il ritmo dell’anno solare, della semina e del raccolto. In particolare, questo risalta nella solennità odierna, al cui centro sta il segno del pane, frutto della terra e del cielo. Perciò il pane eucaristico è il segno visibile di Colui nel quale cielo e terra, Dio e uomo sono diventati una cosa sola. E questo mostra che il rapporto con le stagioni non è per l’anno liturgico qualche cosa di meramente esteriore.

C’è oggi il rischio di una secolarizzazione strisciante anche all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto eucaristico formale e vuoto, in celebrazioni prive di quella partecipazione del cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 11 giugno 2009

Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue 


Cari fratelli e sorelle,

queste parole che Gesù pronunciò nell’Ultima Cena, vengono ripetute ogni volta che si rinnova il Sacrificio eucaristico. Le abbiamo ascoltate poco fa nel Vangelo di Marco e risuonano con singolare potenza evocativa quest’oggi, solennità del Corpus Domini. Esse ci conducono idealmente nel Cenacolo, ci fanno rivivere il clima spirituale di quella notte quando, celebrando la Pasqua con i suoi, il Signore nel mistero anticipò il sacrificio che si sarebbe consumato il giorno dopo sulla croce. L’istituzione dell’Eucaristia ci appare così come anticipazione e accettazione da parte di Gesù della sua morte. Scrive in proposito sant’Efrem Siro: Durante la cena Gesù immolò se stesso; sulla croce Egli fu immolato dagli altri (cfr Inno sulla crocifissione 3, 1).

Questa è la bellezza della verità cristiana: il Creatore e Signore di tutte le cose si è fatto "chicco di grano" per esser seminato nella nostra terra, nei solchi della nostra storia; si è fatto pane per essere spezzato, condiviso, mangiato; si è fatto nostro cibo per darci la vita, la sua stessa vita divina

ANGELUS
Piazza San Pietro 
Domenica, 25 maggio 2008


Cari fratelli e sorelle!

In Italia e in diversi Paesi ricorre oggi la solennità del Corpus Domini, che in Vaticano e in altre nazioni è stato già celebrato giovedì scorso. È la festa dell’Eucaristia, dono meraviglioso di Cristo, che nell’Ultima Cena ha voluto lasciarci il memoriale della sua Pasqua, il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, pegno di immenso amore per noi. Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti del mistero della Santissima Trinità; quest’oggi siamo invitati a fissarli sull’Ostia santa: è lo stesso Dio! Lo stesso Amore!

Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 22 maggio 2008


Cari fratelli e sorelle!

Dopo il tempo forte dell’anno liturgico, che incentrandosi sulla Pasqua si distende nell’arco di tre mesi – prima i quaranta giorni della Quaresima, poi i cinquanta giorni del Tempo pasquale –, la liturgia ci fa celebrare tre feste che hanno invece un carattere “sintetico”: la Santissima Trinità, quindi il Corpus Domini, e infine il Sacro Cuore di Gesù. Qual è il significato proprio della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo?

L'adorazione eucaristica ci permette di recuperare la capacità di silenzio interiore e di raccoglimento non solo intorno all'"io", bensì in compagnia di quel "Tu" pieno d'amore che è Gesù Cristo, "il Dio a noi vicino"

ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 10 giugno 2007


Cari fratelli e sorelle!

L'odierna solennità del Corpus Domini, che in Vaticano e in diverse Nazioni è stata già celebrata giovedì scorso, ci invita a contemplare il sommo Mistero della nostra fede: la Santissima Eucaristia, reale presenza del Signore Gesù Cristo nel Sacramento dell'altare.

Ogni volta che il sacerdote rinnova il Sacrificio eucaristico, nella preghiera di consacrazione ripete: "Questo è il mio corpo... questo è il mio sangue". Lo dice prestando la voce, le mani e il cuore a Cristo, che ha voluto restare con noi ed essere il cuore pulsante della Chiesa.

L’Eucaristia resta “segno di contraddizione” e non può non esserlo, perché un Dio che si fa carne e sacrifica se stesso per la vita del mondo pone in crisi la sapienza degli uomini

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 7 giugno 2007


Cari fratelli e sorelle!

Poco fa abbiamo cantato nella Sequenza: “Dogma datur christianis, / quod in carnem transit panis, / et vinum in sanguinem – È certezza a noi cristiani: / si trasforma il pane in carne, / si fa sangue il vino”.

Quest’oggi riaffermiamo con trasporto la nostra fede nell’Eucaristia, il Mistero che costituisce il cuore della Chiesa. Nella recente Esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis ho ricordato che il Mistero eucaristico “è il dono che Gesù Cristo fa di se stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo” (n. 1). Pertanto quella del Corpus Domini è una festa singolare e costituisce un importante appuntamento di fede e di lode per ogni comunità cristiana. È festa che ha avuto origine in un determinato contesto storico e culturale: è nata con lo scopo ben preciso di riaffermare apertamente la fede del Popolo di Dio in Gesù Cristo vivo e realmente presente nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia. È festa istituita per adorare, lodare e ringraziare pubblicamente il Signore, che “nel Sacramento eucaristico continua ad amarci ‘fino alla fine’, fino al dono del suo corpo e del suo sangue” (Sacramentum caritatis, 1).

Portando l’Eucaristia nelle strade e nelle piazze, vogliamo immergere il Pane disceso dal cielo nella quotidianità della nostra vita; vogliamo che Gesù cammini dove camminiamo noi, viva dove viviamo noi. Il nostro mondo, le nostre esistenze devono diventare il suo tempio.

ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 18 giugno 2006


Cari fratelli e sorelle!

Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la solennità del Corpus Domini, che a Roma ha già avuto il suo momento forte nella processione cittadina di giovedì scorso. È la festa solenne e pubblica dell’Eucaristia, sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo: il mistero istituito nell’ultima Cena e ogni anno commemorato nel Giovedì Santo, in questo giorno viene manifestato a tutti, circondato dal fervore di fede e di devozione della Comunità ecclesiale.

L’Eucaristia costituisce in effetti il "tesoro" della Chiesa, la preziosa eredità che il suo Signore le ha lasciato. E la Chiesa la custodisce con la massima cura, celebrandola quotidianamente nella Santa Messa, adorandola nelle chiese e nelle cappelle, distribuendola ai malati e, come viatico, a quanti partono per l’ultimo viaggio.

Nell'Ultima cena ciò che Gesù dice, non sono semplicemente parole. Ciò che Egli dice, è avvenimento, l'avvenimento centrale della storia del mondo e della nostra vita personale

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 15 giugno 2006


Cari fratelli e sorelle,

nella vigilia della sua Passione, durante la Cena pasquale, il Signore prese il pane nelle sue mani – così abbiamo sentito poco fa nel Vangelo – e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti" (Mc 14, 22-24). Tutta la storia di Dio con gli uomini è riassunta in queste parole. Non è soltanto raccolto ed interpretato il passato, ma anticipato anche il futuro – la venuta del Regno di Dio nel mondo. Ciò che Gesù dice, non sono semplicemente parole. Ciò che Egli dice, è avvenimento, l'avvenimento centrale della storia del mondo e della nostra vita personale. Queste parole sono inesauribili.

Impariamo a vivere sempre in comunione con Cristo crocifisso e risorto, facendoci in questo guidare dalla sua e nostra celeste Madre.

ANGELUS

Spianata Marisabella
Domenica, 29 maggio 2005


Cari fratelli e sorelle,

con questa solenne celebrazione liturgica si conclude il XXIV Congresso Eucaristico della Chiesa che è in Italia. Ho desiderato essere presente anch’io a questa grande testimonianza di fede nella divina Eucaristia. Sono lieto di dirvi ora che mi ha molto colpito la vostra fervida partecipazione. Con profonda devozione vi siete tutti stretti attorno a Gesù Eucaristia, al termine di un’intensa settimana di preghiera, di riflessione e di adorazione. I nostri cuori sono colmi di gratitudine, verso Dio e verso quanti hanno lavorato per la realizzazione di un così straordinario evento ecclesiale, particolarmente significativo perché si svolge nel contesto dell’Anno dell’Eucaristia, che ha avuto nel Congresso un suo momento saliente. 

Prima della benedizione finale, recitiamo ora l’Angelus Domini, contemplando il mistero dell’Incarnazione, al quale il mistero dell’Eucaristia è intimamente connesso. Alla scuola di Maria, “donna eucaristica”, come amava invocarla il compianto Giovanni Paolo II, accogliamo in noi stessi, per opera dello Spirito Santo, la presenza viva di Gesù, per portarlo a tutti nell’amore servizievole. Impariamo a vivere sempre in comunione con Cristo crocifisso e risorto, facendoci in questo guidare dalla sua e nostra celeste Madre. Così, nutrita dalla Parola e dal Pane di vita, la nostra esistenza diventerà interamente eucaristica, e si farà perenne rendimento di grazie al Padre per Cristo nello Spirito Santo.

Abbiamo bisogno di un Dio vicino. Nell'Eucaristia Cristo è realmente presente tra noi. La sua non è una presenza statica. È una presenza dinamica, che ci afferra per farci suoi, per assimilarci a sé.

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Spianata Marisabella
Domenica, 29 maggio 2005



...Di fronte al mormorio di protesta, Gesù avrebbe potuto ripiegare su parole rassicuranti: "Amici, avrebbe potuto dire, non preoccupatevi! Ho parlato di carne, ma si tratta soltanto di un simbolo. Ciò che intendo è solo una profonda comunione di sentimenti". Ma no, Gesù non ha fatto ricorso a simili addolcimenti. Ha mantenuto ferma la propria affermazione, tutto il suo realismo, anche di fronte alla defezione di molti suoi discepoli...

Non si può "mangiare" il Risorto, presente nella figura del pane, come un semplice pezzo di pane. Mangiare questo pane è comunicare, è entrare nella comunione con la persona del Signore vivo.

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Giovedì, 26 maggio 2005


Nella festa del Corpus Domini, la Chiesa rivive il mistero del Giovedì Santo alla luce della Risurrezione. Anche il Giovedì Santo conosce una sua processione eucaristica, con cui la Chiesa ripete l’esodo di Gesù dal Cenacolo al monte degli Ulivi. In Israele, si celebrava la notte di Pasqua in casa, nell’intimità della famiglia; si faceva così memoria della prima Pasqua, in Egitto – della notte in cui il sangue dell’agnello pasquale, asperso sull’architrave e sugli stipiti delle case, proteggeva contro lo sterminatore. Gesù, in quella notte, esce e si consegna nelle mani del traditore, dello sterminatore e, proprio così, vince la notte, vince le tenebre del male. Solo così, il dono dell’Eucaristia, istituita nel Cenacolo, trova il suo compimento: Gesù dà realmente il suo corpo ed il suo sangue. Attraversando la soglia della morte, diventa Pane vivo, vera manna, nutrimento inesauribile per tutti i secoli. La carne diventa pane di vita.

Angelus e Omelie di Papa Benedetto XVI nella Solennità del Corpus Domini

Elenco degli Angelus e delle Omelie di Papa Benedetto XVI 
pronunciati per la Solennità del Corpus Domini:


(Omelia, 26 maggio 2005)

(Omelia, 29 maggio 2005)

(Angelus, 29 maggio 2005)

(Omelia, 15 giugno 2006)

(Angelus, 18 giugno 2006)

(Omelia, 7 giugno 2007)

(Angelus, 10 giugno 2007)

(Omelia, 22 maggio 2008)

(Angelus, 25 maggio 2008)

(Omelia, 11 giugno 2009)

(Angelus, 14 giugno 2009)

(Omelia, 3 giugno 2010)

(Omelia, 6 giugno 2010)


(Angelus, 6 giugno 2010)

(Omelia, 23 giugno 2011)

(Angelus, 26 giugno 2011)

(Omelia, 7 giugno 2012)