Il presente blog propone estratti dai libri e dagli scritti di Joseph Ratzinger.

Il blog non è un prodotto editoriale, è realizzato da volontari, ed è senza alcuna finalità di lucro. L'unico obiettivo è quello di fare conoscere in maniera più approfondita gli insegnamenti e le preziosa eredità lasciataci, per essere di invito all'acquisto ed alla lettura delle opere integrali. L'aggiornamento non ha una periodicità fissa.

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Le strutture dell'essere-cristiano: 1. Il singolo e il tutto

Tratto da Joseph Ratzinger, Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico. Con un nuovo saggio introduttivo, Queriniana, Brescia 200715, Excursus - Strutture dell'essere-cristiano, pp. 235-242


1. Il singolo e il tutto
Per noi uomini di oggi lo scandalo fondamentale dell’essere-cristiano è rappresentato innanzitutto dall’esteriorità in cui l’esperienza religiosa sembra finita. Ci scandalizza il fatto che Dio debba esser comunicato mediante apparati esteriori: tramite la chiesa, i sacramenti, il dogma, o anche solo tramite la predicazione (krygma), dietro la quale ci si ripara volentieri per attenuare lo scandalo, ma che resta egualmente qualcosa di esterno. Di fronte a tutto ciò, ci si chiede: Dio abita proprio nelle istituzioni, negli eventi o nelle parole? L’Eterno non tocca forse ciascuno di noi interiormente?

«Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19, 37): il mistero pasquale e la devozione al Sacro Cuore di Gesù

Joseph Ratzinger, Mistero pasquale e devozione al Cuore di Gesù, Apostolato della Preghiera, Roma 2010, pp. 7-11.


1. La crisi della devozione al Cuore di Gesù nell’epoca della riforma liturgica

L'enciclica Haurietis aquas fu scritta in un momento nel quale la devozione al Cuore di Gesù era ancora viva nelle forme proprie del secolo XIX, ma era già chiaramente percepibile una crisi di questo tipo di devozione.
La spiritualità del movimento liturgico dominava sempre più il clima spirituale nella Chiesa nell'Europa centrale, ma questa spiritualità, che si nutriva del modello classico della liturgia romana, significò un deciso allontanamento dalla devozione sentimentalistica del secolo XIX e dal suo simbolismo. Assunse la sua norma dalla forma austera delle orazioni romane, nelle quali il sentimento è controllato e s’impone la più grande disciplina di un’espressione che si è liberata da ogni soggettivismo.

Separarsi dalle grandi forze morali e religiose della propria storia è il suicidio di una civiltà e di una nazione


tratto da Joseph Ratzinger, Cielo e terra. Riflessioni su politica e fede, Piemme, Casale Monferrato 1997, pp. 17-18.


3. Il rispetto di un patrimonio fondamentale di umanità

Torniamo alla domanda di come si possa dare forza al diritto ed al bene nelle nostre società, contro l’ingenuità ed il cinismo, senza dover imporre questa forza dall’esterno o definirla in modo del tutto arbitrario.

Le nefandezze umane non sono mai mancate nella Chiesa cattolica. Se continua a reggere, nonostante i mille scricchiolii, se continua a esistere, se continua a produrre grandi figure di martiri e di credenti, davvero che c’è Qualcun altro che la tiene in piedi.


tratto da Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 54-62

Non posso trasformare Cristo in una proprietà privata e pretendere di averlo soltanto per me. Cristo implica anche la scomodità della sua famiglia. Il tramite per cui ci è giunto il dono della fede è questo tessuto di relazioni collettive che è la comunità, non possiamo attingervi in altro modo. Chi ha conosciuto Cristo non può distinguerlo dalla Chiesa, deve vivere Cristo dentro la Chiesa.




La fede è una indicazione di vita, non un mezzo per vivere più comodamente sbarazzandosi di una parte della propria esistenza


tratto da Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 47-49

Il mistero

D. Il mondo dei cristiani è un mondo in cui ciò che non si vede è tanto naturale quanto ciò che si vede. I cristiani sono circondati da angeli e angeli custodi. Possono ottenere il soccorso dello Spirito Santo. Possono, se vogliono, invocare consolazione e soccorso dalla Vergine Maria. Il grande studioso cattolico Romano Guardini afferma che si può rendere visibile persino ciò che è spirituale e nascosto. Il metodo consisterebbe nel raccogliere realtà sacre ed esercizi spirituali e poi concentrare tutti i propri pensieri, tutto il proprio animo su questi segni. Si può allora immediatamente avvertire come si crei un [47] ordine sacro dentro di sé. È qualcosa che i non cattolici avvertono come estraneo, quando non lo giudicano addirittura ingenuo.

R. Non lo si deve però intendere in senso superficiale e in ultima analisi superstizioso. Tale per cui ci si vede in un universo animato da forze che ci soccorrono e ci liberano da una parte del nostro fardello esistenziale. È vero che percepiamo nella fede una realtà secondo cui non esistono solamente cose tangibili. In effetti i grandi Santi continuano a vivere. Questa grande famiglia è presente e percepirla significa sentirsi amati e circondati da premure amorose.

La professione di fede della Chiesa e lo Spirito Santo

tratto da Joseph Ratzinger, Vieni, Spirito Creatore. Omelie sulla Pentecoste, §. La professione di fede della Chiesa e lo Spirito Santo, Lindau, Torino 2006, pp. 11-17.


La professione di fede della Chiesa e lo Spirito Santo

La Grazia della festa di Pentecoste risponde a una domanda che di questi tempi è diventata addirittura una questione di sopravvivenza. La Pentecoste è la festa dell’unione, della comprensione e della convivenza umana. Noi però viviamo in un tempo in cui, anche se siamo sempre più vicini uno all’altro e se le distanze nel mondo svaniscono e sembrano contare appena, tuttavia la comprensione tra gli uomini si fa sempre più difficoltosa. Il primo, il secondo e il terzo mondo si contrappongono, le generazioni si contrappongono, [11] e quotidianamente ci rendiamo contro di come gli uomini diventino reciprocamente sempre più aggressivi, scontrosi e cattivi, e la comprensione diventi sempre più difficile. Come può esserci quell’unità di cui abbiamo tanto bisogno? Come mai le cose tra noi vanno spesso così male?

Il rapporto tra lo Spirito Santo e la Chiesa

tratto da Joseph Ratzinger, Immagini di speranza. Percorsi attraverso i tempi e i luoghi del Giubileo, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999, Capitolo VIII. PENTECOSTE – Lo Spirito Santo e la Chiesa, pp. 57-66


VIII. PENTECOSTE
Lo Spirito Santo e la Chiesa

Capita spesso di sentir lamentare che nella Chiesa si parla troppo poco dello Spirito Santo. Talvolta questa lamentela arriva sino all’idea che dovrebbe esistere una certa simmetria tra il discorso su Cristo e quello sullo Spirito Santo; a tutto quello che si dice di Cristo dovrebbe corrispondere un discorso analogo sullo Spirito Santo. Chi pretende questo, dimentica però che Cristo e lo Spirito sono parte del Dio Trinità. Dimentica che la Trinità non può essere pensata come una serie di presenze parallele e simmetriche. Se fosse così, allora noi crederemmo in tre divinità e con ciò sarebbe radicalmente misconosciuto quel che intende la confessione cristiana dell’unico Dio in tre persone. 

Meditazione sullo Spirito Santo (da 'Il Dio di Gesù Cristo')


tratto da Joseph Ratzinger, Il Dio di Gesù Cristo. Meditazioni sul Dio Uno e Trino, Queriniana, Brescia 20114, parte 3. – Lo Spirito Santo, pp. 117-129


3. Lo Spirito Santo

Noi crediamo in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, in Dio uno trino.
Mentre, però, sul Padre e sul Figlio possiamo dire relativamente molto, lo Spirito Santo è rimasto largamente il Dio sconosciuto. Nella storia della chiesa ci si è continuamente appellati a lui, questo è certo, ma è anche vero che i movimenti che ne sono nati hanno contribuito notevolmente a far sì che il discorso sullo Spirito Santo, nella chiesa, sia diventato ancor più sommesso.