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La fede è una indicazione di vita, non un mezzo per vivere più comodamente sbarazzandosi di una parte della propria esistenza


tratto da Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 47-49

Il mistero

D. Il mondo dei cristiani è un mondo in cui ciò che non si vede è tanto naturale quanto ciò che si vede. I cristiani sono circondati da angeli e angeli custodi. Possono ottenere il soccorso dello Spirito Santo. Possono, se vogliono, invocare consolazione e soccorso dalla Vergine Maria. Il grande studioso cattolico Romano Guardini afferma che si può rendere visibile persino ciò che è spirituale e nascosto. Il metodo consisterebbe nel raccogliere realtà sacre ed esercizi spirituali e poi concentrare tutti i propri pensieri, tutto il proprio animo su questi segni. Si può allora immediatamente avvertire come si crei un [47] ordine sacro dentro di sé. È qualcosa che i non cattolici avvertono come estraneo, quando non lo giudicano addirittura ingenuo.

R. Non lo si deve però intendere in senso superficiale e in ultima analisi superstizioso. Tale per cui ci si vede in un universo animato da forze che ci soccorrono e ci liberano da una parte del nostro fardello esistenziale. È vero che percepiamo nella fede una realtà secondo cui non esistono solamente cose tangibili. In effetti i grandi Santi continuano a vivere. Questa grande famiglia è presente e percepirla significa sentirsi amati e circondati da premure amorose.


Per comprendere correttamente quanto detto da Guardini, bisogna naturalmente acquisire una familiarità con queste cose, sperimentarle dall'interno e accoglierle dentro di sé, e allora vi si può riconoscere anche una direttrice di marcia. Non è un mezzo per vivere più comodamente sbarazzandosi di una parte della propria esistenza ma una indicazione di vita.

Di recente i notiziari in Italia hanno riportato la testimonianza di una donna che ha raccontato della sua situazione. Aspettava un bambino e l’operazione cardiaca che doveva affrontare era molto rischiosa. Al reporter diceva serenamente che si era rivolta a Padre Pio con queste semplici parole: «Padre Pio, aiuta me e il mio bambino», e aveva avvertito che non le sarebbe accaduto nulla. Sarà molto ingenuo e infantile, ma rispecchia qualcosa della fiducia originaria che ci viene data in dono e che si radica nella consapevolezza che abbiamo dei fratelli nel mondo che è oltre il nostro. Sono vicini, possono aiutarmi, e posso invocarli con fiducia.

D. Comunque sempre meno persone sembrano essere a conoscenza dei misteri della fede. Com’è potuto accadere?
R. Forse nel nostro modo di vivere la fede si erano inseriti elementi di meccanicità. Forse si era esteriorizzata, aveva poca forza di penetrazione interiore, come sembrano suggerire le parole di Romano Guardini. La fede deve essere vissuta e riscoperta ex novo da ogni ge[48]nerazione. Al contrario si può notare come generazioni incapaci di percepire la fede cristiana e la sua potenza salvifica si mettano alla ricerca di ausili esoterici da cui ottenere soccorso. Vengono cioè cercate nuove modalità per invocare forze invisibili perché l’uomo si rende conto che potrebbe o dovrebbe aspirare all’aiuto di altri esseri.

Da questo punto di vista noi cattolici, e in particolare quelli di noi che rivestono delle responsabilità all’interno della Chiesa, dovremmo interrogarci sulla nostra incapacità di annunciare la fede in modo tale da fornire una risposta alle questioni oggi aperte. In modo tale che gli uomini tornino a vedere e percepire nella fede la presenza di ciò cui aspiriamo a prezzo di grandi fatiche.

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