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L'aborto: quando il diritto della forza prevale sulla forza del diritto

tratto da L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Siena 2005, parte II – Il diritto alla vita e l’Europa, cap. II – Il diritto della forza, la forza del diritto, pp. 75-79


Il diritto alla vita e l’Europa
II. Il diritto della forza, la forza del diritto

Nelle odierne società pluralistiche, in cui coesistono orientamenti religiosi, culturali e ideologici diversi, diventa sempre più difficile garantire una base comune di valori etici condivisi da tutti, capaci di essere fondamento sufficiente per la democrazia stessa.


È d’altra parte convinzione abbastanza diffusa che non si possa prescindere da un minimo di valori morali riconosciuti e sanciti nella vita sociale; ma quando si tratta di determinarli attraverso il gioco del consenso che essi devono ottenere a livello sociale la loro consistenza si riduce sempre più. Un unico valore sembra indiscusso, fino a diventare il filtro di sele[75]zione per gli altri: il diritto della libertà individuale a esprimersi senza imposizioni, almeno finché essa non leda il diritto altrui.

E così anche il diritto all’aborto viene invocato come parte costitutiva del diritto alla libertà per la donna, per l’uomo e per la società. La donna ha il diritto di continuare l’esercizio della sua professione, di salvaguardare la sua reputazione, di mantenere un certo regime di vita. L’uomo ha diritto di decidere del suo tenore di vita, di fare carriera, di godere del suo lavoro. La società ha il diritto di controllare il livello numerico della popolazione per garantire ai cittadini un benessere diffuso, attraverso l’equilibrata gestione delle risorse, dell’occupazione, e così via.

Tutti questi diritti sono reali e ben fondati. Nessuno nega che talvolta la situazione concreta di vita in cui matura la scelta dell’aborto può essere drammatica. Tuttavia [76] il fatto è che l’esercizio di questi diritti reali viene rivendicato a detrimento della vita di un essere umano innocente, i cui diritti invece non vengono neppure presi in considerazione.

Si diventa in tal modo ciechi di fronte al diritto alla vita di un altro, del più piccolo e del più debole, di chi non ha voce. I diritti di alcuni vengono affermati a scapito del fondamentale diritto alla vita di un altro. Ogni legalizzazione dell’aborto implica perciò l’idea che è la forza che fonda il diritto.

Così, inavvertitamente per i più, ma realmente, vengono minate le basi stesse di un’autentica democrazia fondata sull’ordine della giustizia. Le carte costituzionali dei Paesi occidentali, frutto di un complesso processo di maturazione culturale e di lotte secolari, sono basate sull’idea di un ordine di giustizia, sulla coscienza di una fondamenta le eguaglianza di tutti nella comune uma[77]nità Esse esprimono in pari tempo la consapevolezza della profonda iniquità che vi è nel far prevalere gli interessi reali, ma secondari di alcuni sui diritti fondamentali di altri.

La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, firmata da quasi tutti i Paesi del mondo nel 1948, dopo la terribile prova della seconda guerra mondiale, esprime pienamente, perfino nel suo titolo, la consapevolezza che i diritti umani (di cui il fondamentale è appunto il diritto alla vita) appartengono all’uomo per natura, che lo Stato li riconosce, ma non li conferisce, che essi spettano a tutti gli uomini in quanto uomini e non per altre loro caratteristiche secondarie, che altri avrebbero il diritto di determinare a loro arbitrio.

Si capisce allora come uno Stato, che si arroghi la prerogativa di definire chi è o chi non è soggetto di diritti, che di conseguenza riconosca ad alcuni il potere di viola[78]re il fondamentale diritto alla vita di altri, contraddice l’ideale democratico, al quale pure continua a richiamarsi e mina le stesse basi su cui si regge. Accettando infatti che si violino i diritti del più debole, esso accetta anche che il diritto della forza prevalga sulla forza del diritto.

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Leggi la prima parte del testo: 

"Perché non bisogna rassegnarsi all'aborto?" 
http://scrittidijosephratzinger.blogspot.it/2013/05/perche-non-bisogna-arrendersi-allaborto.html

Leggi la terza parte del testo:
"Per vincere l'aborto occorre imparare lo sguardo di amore di Dio su di noi"
http://scrittidijosephratzinger.blogspot.it/2013/05/per-vincere-laborto-occorre-imparare-lo.html

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