Il presente blog propone estratti dai libri e dagli scritti di Joseph Ratzinger.

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Dio e il mondo - Prefazione di Peter Seewald

tratto da Joseph Ratzinger Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 7-9



Prefazione di Peter Seewald

Montecassino, febbraio. La strada che conduce al monastero consacrato a san Benedetto è stretta, ripida e tortuosa, e man mano si sale, più fredda si fa l’aria. Nessuno parlava, nemmeno Alfredo, l’autista del Cardinale. Non so per quale ragione, l'inverno in fondo era definitivamente alle nostre spalle, ma in qualche modo temevamo le fredde notti che ci aspettavano.


Quando pubblicai con il cardinal Ratzinger il libro intervista Il sale della terra, molti videro in quest’opera la possibilità di misurarsi con una tematica a cui fino a quel momento non erano riusciti ad accostarsi. Certo il nome di Dio veniva menzionato con una frequenza che non aveva precedenti ma, in fondo, nessuno sapeva più bene di cosa parlava quando affrontava tematiche religiose. L’ho sperimentato io stesso, quando ne parlavo con amici o nelle redazioni delle riviste per cui lavoravo. Era come se, in un arco di tempo brevissimo, si fosse verificata in larghi strati sociali qualcosa come un’esplosione nucleare spirituale, una specie di big bang della cultura cristiana, che aveva fino a quel momento costituito le fondamenta del nostro vivere. Pur senza negare l’esistenza di Dio, nessuno faceva più affidamento sulla sua potenza e sulla sua capacità di incidere effettivamente sul mondo. [7]

A quell’epoca continuavo a frequentare la Chiesa. Nonostante i dubbi e la diffidenza per i messaggi della Rivelazione, mi pareva incontrovertibile il fatto che il mondo non può essere il frutto del caso, il risultato di un’esplosione o di qualcos’altro del genere, come affermato da Marx e non solo da lui. E non può nemmeno essere una creazione umana, visto che gli esseri umani non sono nemmeno in grado di guarire un’influenza o di impedire il crollo di una diga.

Mi resi conto del fatto che dietro l’intreccio di liturgia, preghiere e comandamenti doveva esserci un fondamento, una verità. «Non siamo partiti al seguito di una storia sapientemente inventata», si dice in una lettera di Pietro. Ma mi pareva stupido fare il segno della croce o pronunciare la confessione di colpa come si
fa abitualmente a Messa. E ogni qualvolta mi guardavo attorno in una chiesa, non riuscivo più a leggerci tutto questo. Il nucleo autentico e originario, il senso di questo complesso di riti e dogmi, mi pareva celato dietro una cortina di nebbia.

Non è facile lasciare la Chiesa, che molti anni fa mi pareva svuotata di senso e reazionaria, ma tornare nel suo grembo e ancora più difficile. Non si vuole soltanto credere a ciò che si sa, ma anche essere consapevoli di ciò in cui si crede. Montagne di domande senza risposta ostruiscono il cammino. Cristo è davvero il Figlio di Dio che ci ha fatto dono della redenzione? E in caso affermativo, che razza di Dio e questo? Un Dio buono che ci aiuta? Un Dio cinico che, annoiato, continua a scrivere, riga dopo riga, nel grande libro della vita? Quali piani ha in serbo per gli esseri umani che possono persino abbandonarsi alla seduzione della forza del male? Qual è il senso della nostra esistenza? Che ne è dei comandamenti? Sono validi ancora oggi? E che significato hanno i sette sacramenti? Davvero, come si dice, è celato in loro il piano dell’intera esistenza? Fede e vita nel XXI secolo possono ancora ricongiungersi così che il mondo moderno possa ricorrere a qualcosa della sapienza che l’umanità ha lasciato in eredità?

Certo, in così breve tempo, non molte domande possono trovare una risposta, non tutto si può sperimentare. Molte cose [8] non possono nemmeno essere espresse in parole. Ma, quando nel monastero mi trovavo seduto di fronte al cardinale Joseph Ratzinger, un uomo di Chiesa estremamente saggio che mi narrava con pazienza il Vangelo, la fede del Cristianesimo dal sorgere del mondo fino alla fine, allora cominciai ad avvertire di giorno in giorno con sempre maggiore nettezza qualcosa del mistero che nel più profondo tiene insieme il mondo. E, a ben guardare, forse è molto semplice. «La creazione», diceva quest’uomo sapiente, «ha un ordine intrinseco. Da quest’ordine possiamo dedurre il pensiero di Dio, e persino il modo in cui dovremmo vivere».

Monaco, 15 agosto 2000
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