tratto da Joseph Ratzinger, Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio. In colloquio con Peter Seewald, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 5-6
Prefazione di Joseph Ratzinger
Nel 1996
Peter Seewald mi aveva proposto un colloquio sulle questioni che l’uomo
contemporaneo pone alla Chiesa e che spesso gli impediscono di avvicinarsi alla
fede. Da quel colloquio ebbe origine Il sale della terra che da molti
venne accolto con gratitudine come contributo per orientarsi nella società
contemporanea.
L’eco
notevole e sorprendentemente positiva suscitata da quel libro ha spinto Seewald
a proporre un secondo scambio di idee, volto questa volta a chiarificare le
questioni interne alla fede, che anche a molti cristiani appaiono come un
terreno incolto difficilmente penetrabile e in cui ci si può a malapena
orientare; molti suoi elementi, anche rilevanti, paiono al pensiero
contemporaneo difficilmente comprensibili e altrettanto difficilmente
accettabili.
A questo
progetto si opponeva dapprima il sovraccarico di impegni cui dovevo far fronte.
Il poco tempo libero che mi rimaneva volevo dedicarlo alla lavorazione di un
libro sullo spirito della liturgia che avevo programmato fin dall’inizio degli
anni Ottanta, ma che non era mai giunto alla fase di composizione scritta.
Nell'arco di tre vacanze estive l’opera È: stata alla fine ultimata ed è stata
pubblicata all’inizio di quest’anno. [5]
Il terreno
era quindi finalmente sgombro per il secondo colloquio con Seewald che propose
di tenerlo presso l’abbazia benedettina di Montecassino, per via del valore
simbolico che questo monastero, cuore della cristianità, riveste. Lì,
confortati dall’accoglienza benedettina, abbiamo realizzato tra il 7 e l’11
febbraio di quest’anno il nuovo colloquio che Seewald aveva accuratamente
preparato. Io dovetti invece affidarmi all’ispirazione del momento.
La quiete del
monastero, il calore dimostrato dai monaci e dall’abate, l'atmosfera favorevole
alla preghiera e la riverente solennità della liturgia ci furono di grande
aiuto; venne poi predisposta la nostra partecipazione ai festeggiamenti in
onore di santa Scolastica, sorella di san Benedetto, celebrati là con lo
splendore dovuto. Così ai monaci di Montecassino va il ringraziamento grato dei
due autori, che hanno sentito questo luogo venerando come fonte di ispirazione.
Non c’è
bisogno di dire che ognuno dei due autori risponde delle proprie affermazioni
che rappresentano il proprio specifico contributo all’opera. Mi pare che anche
qui, come ne Il sale della terra, proprio la diversità dei percorsi e
dei modi di pensare abbiano permesso il dispiegarsi di un dialogo autentico, in
cui la franca immediatezza di domande e risposte si è dimostrata feconda. Il
signor Seewald, che ha registrato su nastro le mie risposte, si è occupato di
trascriverle e sintetizzarle, ove necessario. Io stesso ho poi rivisto
criticamente le mie affermazioni e, dove mi è parso necessario, le ho rifinite
da un punto di vista linguistico o le ho prudentemente completate, ma nel
complesso ho mantenuto il carattere orale della parola così come l’istante
l’aveva fatta scaturire.
Spero che
questo secondo libro trovi l’accoglienza favorevole già riservata a Il sale
della terra e che possa essere d’aiuto a tanti uomini incamminati su un
percorso di ricerca e comprensione della fede cristiana.
Roma, 22
agosto 2000
[6]
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